venerdì 10 maggio 2013

Il disturbo da alimentazione incontrollata



Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder o BED) è caratterizzato dal consumo di grandi quantità di cibo, in un tempo molto breve, fino alla sensazione di spiacevole pienezza.

 Sul piano clinico, questa definizione  descrive un comportamento alimentare di tipo bulimico che si manifesta con episodi di assunzioni ricorrenti e protratte di cibo (abbuffate), associate alla sensazione di perdere il controllo dell'atto del mangiare, ma non seguite da manovre di eliminazione (induzione del vomito, assunzione di diuretici o lassativi) o da altri comportamenti compensatori (attività fisica sostenuta).
 Questo disturbo può portare all’assunzione di quantità di cibo davvero elevate, al conseguente aumento ponderale e allo sviluppo di obesità.

CRITERI CLASSIFICATIVI
Per poter rientrare nella definizione di Disturbo da Alimentazione Incontrollata, devono essere presenti comportamenti ben precisi:

1. Episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata

Un episodio di alimentazione incontrollata è caratterizzato dalla presenza di entrambi i seguenti elementi:

assunzione in un periodo definito di tempo (di solito in circa 2 ore), di un quantitativo di cibo significativamente più abbondante di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in un simile periodo di tempo ed in simili circostanze;
sensazione di perdita del controllo sull'assunzione del cibo durante l'episodio, per esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non riuscire a controllare la quantità ed il tipo di cibo che si sta introducendo.

2. Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati ad almeno 3 dei seguenti sintomi:
mangiare molto più rapidamente del normale;
mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati;
mangiare da soli, a causa dell'imbarazzo per quanto si sta introducendo;
sentirsi disgustati di se stessi, depressi, o molto in colpa per le abbuffate.

3. È presente marcato disagio per la propria alimentazione incontrollata.

4. La condotta alimentare incontrollata si manifesta, in media, almeno per 2 giorni alla settimana in un periodo di 6 mesi.

5. L'alimentazione incontrollata non risulta associata all'uso regolare di condotte compensatorie inappropriate (uso di  purganti, digiuno, eccessivo esercizio fisico) e non si manifesta esclusivamente in corso di anoressia nervosa o di bulimia nervosa.

INCIDENZA
Il disturbo colpisce maggiormente il sesso femminile, con un rapporto di 3 a 2. L’insorgenza del comportamento incontrollato avviene con maggior frequenza nella tarda adolescenza e dopo la terza decade; dopo i trent’anni mantiene un andamento costante fino ai 55 anni e poi si assiste una flessione netta nella senescenza.
La stima dei dati di incidenza percentuale non è nota, perché comprende il gruppo dei pazienti affetti da obesità; del 20-30% dei soggetti che si rivolgono agli specialisti per problemi di sovrappeso, si calcola tuttavia che il 3% soffra di BED.

COMPORTAMENTI TIPICI
Solitamente questi pazienti seguono un regime dietetico regolare “ai pasti” o un’alimentazione ipocalorica, ma è negli intervalli tra i pasti che si manifesta l’assunzione reiterata di cibo.
Tipicamente, le abbuffate “ incontrollabili” si ripetono quotidianamente, si protraggono per un paio d’ore e più e, solitamente, solo il senso di pienezza frena l’ulteriore assunzione di cibo.
In molti casi, il comportamento alimentare si esprime in un "piluccare" continuo, soprattutto durante le ore in cui si soggiorna  in casa o in ambienti di lavoro dove è presente cibo e, nelle forme più tipiche, solo nelle ore diurne
Questo determina un apporto calorico continuativo e non controllabile che comporta aumento ponderale a volte consistente (dai 20 ai 30 kg. in sei mesi), ripercussioni sul piano metabolico, alterazioni gastroenteriche e i vari  problemi  connessi alla patologia dell’obesità.
Sul piano psicologico, è quasi sempre presente una insoddisfazione di fondo di natura depressiva, con tendenza a rimuginare  su un senso di avvilimento che solo il cibo sembra poter placare.
Molte pazienti si rivolgono al medico autenticamente preoccupate per l’aumento ponderale e, solitamente, motivate a recuperare lo stato di salute. Sono persone molto sofferenti, si sentono goffe e brutte e sono piene di vergogna. Il disturbo  depressivo e il sovrappeso determinano un abbattimento del tono dell’umore con ideazione pessimistica e un senso di  scarsa considerazione di sé e spingono queste persone verso un isolamento sempre maggiore.

SEGNI E SINTOMI:
Eccesso ponderale
Sensazione di incapacità ad esercitare il controllo sul cibo
Bassa autostima
Depressione
Ansia
Fluttuazioni nel peso corporeo
Perdita del desiderio sessuale
Nascondere il cibo
Senso di colpa e vergogna
Disgusto verso se stessi
Seguire molte diete diverse
Convinzione che la vita sarebbe migliore perdendo peso
Mangiare di nascosto
Evitare le situazioni sociali in cui è presente del cibo
Pensieri di suicidio


COMPLICANZE FISICHE E MEDICHE:
Obesità
Irregolarità mestruali
Diabete
Ipertensione arteriosa
Ipercolesterolemia
Malattie scheletriche
Scarsa mobilità
Respiro corto
Malattie cardiache
Problemi renali ed epatici
Arresto cardiaco e morte

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DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (BINGE EATING DISORDER)

Criteri diagnostici:

A) Ricorrenti episodi caratterizzati da perdita di controllo alimentare. Un episodio è caratterizzato da entrambi i seguenti elementi:

1- Mangiare in un limitato periodo di tempo (ad esempio due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

2- Sensazione di perdere il controllo sull'assunzione di cibo durante l'episodio (ad esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).

B) Gli episodi sono associati con tre (o più) dei seguenti elementi:

- Mangiare molto più rapidamente del normale;

- Mangiare fino a che non ci si sente spiacevolmente pieni;

- Mangiare una quantità di cibo notevolmente maggiore rispetto alla sensazione fisica di fame;

- Mangiare da solo poiché ci si sente imbarazzati per come si sta mangiando;

- Sentirsi disgustati di se stessi, depressi o in colpa dopo aver mangiato.

C) E' presente marcato disagio riguardo al comportamento alimentare.

D) Le abbuffate si verificano mediamente almeno due giorni a settimana nel corso di 6 mesi.

E) Il disturbo da alimentazione incontrollata non è associato con l'uso regolare di comportamenti compensatori inappropriati (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri e il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo) e non si manifesta esclusivamente in corso di AN o di BN.

FONTE WEB

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