lunedì 6 maggio 2013
Dieta e ciclo mestruale
In “quei giorni” il peso corporeo e le abitudini alimentari di molte donne vanno incontro a dei cambiamenti significativi. Cerchiamo di affrontare al meglio il problema scoprendo di cosa si tratta.
Per la maggior parte delle donne l’appuntamento periodico con le mestruazioni rappresenta un cambiamento fisiologico scomodo; i sintomi fisici che lo accompagnano sono molteplici e riassumibili in:
• sensazione di gonfiore diffuso
• tensione mammaria
• cefalea
• ritenzione idrica
• dolori muscolari e renali
• costipazione o diarrea
• disturbi dell’appetito.
Tale meccanismo naturale risulta in grado di interferire con il peso e molto spesso anche con le abitudini alimentari.
I cambiamenti ormonali e gli sbalzi di umore che avvengono nei giorni immediatamente precedenti le mestruazioni e durante il corso di esse, scatenano molto spesso un impulso irresistibile a mangiare voracemente (in particolar modo cibi ricchi di grassi o zuccheri e ad alto contenuto calorico).
Il quadro è destinato a complicarsi ulteriormente se, alla preoccupazione di contenere il proprio peso, è associato un disturbo alimentare pregresso quale la bulimia, il binge eating disorder o l’obesità. Il percepirsi infatti più gonfie e dunque più “ingombranti”, può incentivare il meccanismo dell’abbuffata compulsiva.
Ecco dunque che “quei giorni” vengono vissuti con preoccupazione: il cibo acquista il ruolo di regolatore dell’umore e la bilancia quello di giudice del proprio comportamento alimentare. La conseguenza più inevitabile di tale atteggiamento è una ricaduta sul proprio umore, già di solito fluttuante verso il basso. Lo stato d’animo sarà inversamente proporzionale alle oscillazioni di peso, tendenti verso l’alto in questo specifico periodo del mese. In sintesi, dunque, maggiore è il peso, più basso sarà il tono umorale e viceversa.
Molte donne si chiedono perché in questo periodo si avverta più forte il bisogno di consumare cibi dolci e se ciò sia normale. La risposta è affermativa: sono infatti frequenti gli attacchi di fame, caratterizzati dal desiderio di un alimento preciso il cui consumo durante il mese viene centellinato poichè classificato come “proibito” (pane, pasta, cioccolato).
I cosiddetti “attacchi di fame compulsiva” che si possono registrare nel periodo delle mestruazioni, paiono essere scatenati da un calo dei livelli di zuccheri nel sangue ed influenzati dai livelli di serotonina.
Questo neurotrasmettitore, oltre a svolgere un ruolo nella regolazione del sonno e della temperatura corporea, è importante nel controllo del tono dell’umore e nella gestione dell’appetito. La serotonina interagisce inoltre nella regolazione degli ormoni estrogeni e del progesterone.
Basta questo a spiegare cosa accade in “quei giorni”?
Non proprio, in quanto esiste un disturbo denominato Sindrome Disforica Premestruale o Disturbo Disforico Premestruale (DDP) caratterizzato da umore marcatamente depresso, sentimenti autosvalutativi e di disperazione con marcata rabbia e irritabilita’ che, collegato al periodo che precede il ciclo, può incrementare i conflitti interpersonali.
Ecco dunque come si spiegherebbero, attraverso la presenza di una specifica sindrome, i repentini cambiamenti d’umore e le sopracitate modificazioni dell’appetito. Curiosamente, pare che, per le donne che soffrono di DDP, mangiare cioccolato stimoli la produzione di endorfine (sostanze prodotte dal cervello e dotate di proprietà analgesiche), riducendo così in modo naturale i disturbi tipici di questo periodo.
In ogni caso, la terapia per la sindrome premestruale consiste nell’uso di antidolorifici e antinfiammatori.
Secondo le ultime ricerche parrebbe esserci inoltre una correlazione tra il disturbo alessitimico o alessitimia (ovvero un deficit della sensibilita’ emozionale ed emotiva, dove vi e’ una impossibilita’ a comprendere, percepire e descrivere i propri e gli altrui stati emotivi) il DDP e l’insoddisfazione corporea.
In questi casi, dunque, gli sbalzi d’umore sarebbero riconducibili ad un problema legato alla propria immagine corporea, vissuta in maniera conflittuale.
Per quanto riguarda la SDP, vi è attualmente allo studio una terapia che prevede un’ azione combinata di farmaci e psicoterapia cognitivo-comportamentale al fine di consentire la capacità di “leggere” e descrivere i propri e gli altrui sentimenti.
Ecco infine una serie di suggerimenti pratici rivolti a coloro che, pur non soffrendo di DDP, intendono affrontare serenamente il periodo mestruale, evitando allo stesso tempo i cosiddetti comportamenti “a rischio”:
Non andiamo in panico per un quadretto di cioccolata o una quantità esigua di cibi dolci o salati assunti in questo periodo.Maggiore importanza diamo ad un evento di questo tipo, e più alta sarà la possibilità che si ripeta. Se in quel momento abbiamo avvertito l’esigenza di un pezzo di dolce, è necessario chiederci se fosse davvero fame e, in caso di risposta negativa, voltare pagina ricominciando il prima possibile a mangiare correttamente.
Non facciamoci prendere dall’ansia: della cioccolata (cum grano salis) una volta al mese non può di certo inficiare in modo significativo quanto abbiamo costruito nel tempo.
Come detto, i livelli di serotonina e glicemici sono direttamente influenzati da ciò che si mangia. Per questo è importante scegliere la dieta giusta.Essa va intesa come “stile di vita” da gestire prima e dopo il ciclo mestruale, non certo come ciclo di “digiuno e sregolatezza”. Evitate quindi di patire la fame prima delle mestruazioni attraverso l’eliminazione drastica di cibi ricchi di carboidrati complessi, quali i cereali integrali (pasta, riso, crackers e pane), patate, fagioli, ceci e lenticchie. Con questo comportamento, infatti, le possibilità di desiderare e di pensare in modo ossessivo a tali alimenti aumentano in modo considerevole..
NON PESARSI. In realtà il periodo mestruale comprende pochi giorni dell’intero arco mensile; affrontare quindi la bilancia, soprattutto per i soggetti il cui peso rappresenta un “traguardo”, è altamente sconsigliabile. Ancor di più per chi, dopo aver letto il proprio peso intende affrontare o meno il pasto successivo.Astenersi dall’uso della bilancia tra i due giorni che precedono il ciclo al giorno successivo il suo termine, è una strategia sicuramente più utile e produttiva del pesarsi più volte al giorno.Il peso infatti può spingere all’utilizzo di un dialogo interno che suona più o meno come un “tanto,ormai..” con la conseguenza che il comportamento con il cibo sarà più disinibito, ed i chilogrammi in eccesso saranno presto una realtà piuttosto che una mera previsione.
FONTE WEB
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