sabato 11 maggio 2013

Le bacche di Goji, piccolo frutto dalle mille grandi proprietà!



Le proprietà del Goji Secondo le riviste scientifiche (indicate nelle referenze in fondo), le bacche di Goji, insieme ad una corretta alimentazione, uno stile di vita sano ed attività fisica, possono apportare numerosi benefici tra i quali:

avere effetti antiossidanti
aumentare i livelli di energia, ridurre il senso di fatica, migliorare la ripresa dopo uno sforzo, aumentare il benessere psicologico
avere proprietà antinfiammatorie
stimolare il sistema immunitario
migliorare la funzionalità intestinale
migliorare il sonno
migliorare la memoria
agire contro le allergie
regolarizzare i livelli del zucchero nel sangue
stimolare il metabolismo
ridurre i livelli di colesterolo ematico
avere effetti benefici sulla vista
proteggere la pelle dagli effetti dannosi dei raggi UV
avere azione preventiva nella degenerazione cellulare.
Definizioni per capire meglio e approfondire l’argomento Le bacche di Goji contengono vitamine, sali minerali, antiossidanti, carotenoidi, flavonoidi e polisaccaridi.

I Polisaccaridi: sono i principi più numerosi nelle bacche di Goji. Sono tipi speciali di zuccheri che aumentano il livello energetico dell’organismo, la resistenza alla fatica, l’umore, agiscono sulla memoria e sulla qualità del sonno. Migliorano lo stato di benessere psicofisico della persona. Le bacche di Goji contengono 4 polisaccaridi unici, non presenti in nessuna altra pianta conosciuta (LBP1, LBP2, LBP3 e LBP4 – Lycium Barbarum Polisaccaridi) che le rendono un rimedio naturale a tutti gli effetti.

I radicali liberi: oggi si parla sempre più spesso dei “radicali liberi” e della loro implicazione nei fenomeni di invecchiamento cellulare (essi contribuiscono anche a creare malattie degenerative). I radicali liberi dell’ossigeno sono specie chimiche in grado di attaccare qualsiasi molecola organica con la quale vengono a contatto con conseguenti inesorabili danni, fino alla morte delle cellule.

Gli antiossidanti: l’ossigeno ha un ruolo estremamente importante per la vita, ma è anche responsabile della degradazione del materiale biologico (un esempio elementare è l’imbrunimento dell’interno di una mela quando entra in contatto con l’aria). Gli antiossidanti sono sostanze che rallentano o prevengono l’ossidazione di altre sostanze (vedere tabella dei migliori antiossidanti.)

I carotenoidi: conferiscono alla frutta e alla verdura la tipica colorazione rossa, arancione e gialla e svolgono funzioni antiossidanti riducendo il danno provocato dai radicali liberi. Il succo delle bacche di Goji contiene Carotenoidi come Zeaxantina, Luteina e Betacarotene, importanti per la qualità della vista e della pelle.

Le vitamine: sono sostanze organiche, assunte con gli alimenti, indispensabili agli organismi. Esse sono incluse tra quei micronutrienti che devono essere assunti con la dieta quotidianamente poiché non vengono sintetizzati dall’organismo umano.

La Vitamina C: è una vitamina idrosolubile antiossidante che svolge nell’organismo molteplici funzioni (anti-irritante ed anti-infiammatorio): si trova per esempio in agrumi, fragole, patate, broccoli, cavolfiori. Ha un’azione protettiva e ritarda il processo di invecchiamento, stimolando la formazione di collagene (“cemento” biologico che prende parte alla costituzione di pelle, tendini e ossa) e migliorando così il tono e la compattezza dell’epidermide.  Le bacche di Goji fresche contengono 148 mg di Vitamina C in 100 grammi di cibo fresco (vedere tabella della vitamina C) che rafforza il sistema immunitario e rende forti in caso di allergie.

I fattori che possono determinare un aumento di radicali liberi: lo stress, l’alimentazione ricca di grassi saturi (quelli animali) e povera di frutta e verdura, l’inquinamento atmosferico, l’azione aggressiva dei raggi solari sulla pelle. (I grassi sono utili al corpo ma troppi grassi saturi causano precipitazione delle pareti delle arterie che se non curate possono portare all’infarto).

I Flavonoidi: possono svolgere una funzione di “spazzini” dei radicali liberi (si parla di scavening cioè di pulizia e di eliminazione). Sono utili per il corretto funzionamento del fegato e del sistema immunitario, migliorano l’elasticità dei vasi sanguigni e servono per l’ossigenazione dei tessuti. Numerosi studi hanno dimostrato che una dieta ricca di flavonoidi potenzia l’azione degli antiossidanti del sangue e questo si traduce in una notevole azione di prevenzione di malattie quali le malattie cardiovascolari (cuore e vasi sanguigni), le malattie neurodegenerative, le allergie, il diabete (malattia dovuta a un’insufficiente presenza di insulina nel sangue, normalmente prodotta dal pancreas, perciò il glucosio non viene assorbito dalle cellule provocando danni gravissimi, si pone rimedio al diabete attraverso la somministrazione di insulina e con diete controllate), l’osteoporosi (malattia delle ossa con conseguente fragilità ossea).

I sali minerali: sono alcuni composti inorganici che hanno un ruolo fondamentale nel funzionamento di tutti gli organismi viventi e per questo motivo sono detti anche minerali essenziali.

Le bacche di Goji contengono molti altri elementi

Potassio, che aiuta a controllare il ritmo cardiaco ed è importante per il sistema nervoso, per la muscolatura e per la normalizzazione dello zucchero nel sangue,
Proteine che costituiscono le basi del materiale di costruzione delle cellule,
Aminoacidi, i mattoni delle proteine stesse,
Vitamine del gruppo B, costituiscono un ruolo essenziale al normale funzionamento del sistema nervoso e del tono muscolare dell’area gastrointestinale; sono fondamentali per i corretti processi di funzionamento della cute e dei capelli, ma anche per la bocca e gli occhi, e per il corretto funzionamento del fegato, ma soprattutto convertono i carboidrati in glucosio, utilizzato dall’organismo per produrre energia; sono fondamentali per il metabolismo dei grassi e delle proteine,
Vitamina E, potente antiossidante,
Zinco la cui carenza condiziona pesantemente la crescita corporea e l’aumento di peso,
Acido Linoleico (test di laboratorio hanno mostrato una potente proprietà antiossidante, benefici sul sistema immunitario e proprietà di stimolazione della massa magra e di riduzione di quella grassa).

FONTE WEB

venerdì 10 maggio 2013

L'alimentazione complulsiva



L’Alimentazione Compulsiva (Compulsive Overeating) si caratterizza per l’assunzione incontrollata di grandi quantità di cibo e conseguente aumento ponderale.

Chi ne soffre, usa il cibo come mezzo per far fronte allo stress, ai conflitti emozionali e ai problemi di ogni giorno.

I pazienti si sentono spesso fuori controllo e sono consapevoli che i loro comportamenti alimentari sono anormali. Come i bulimici, riconoscono di avere un problema.

Malgrado ciò, spendono ore e ore a fantasticare sul cibo e sui vari modi di prepararlo, a differenza delle persone con Disturbo da Alimentazione Incontrollata che nutrono sentimenti molto negativi nei confronti del cibo.

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata inizia generalmente in giovane età, quando si strutturano i comportamenti alimentari. Si stratta spesso di persone che non hanno mai imparato il corretto modo di affrontare le situazioni di stress e che usano il cibo al posto di più corretti comportamenti.

In certi casi il grasso svolge una funzione protettiva, specialmente nelle vittime di abusi sessuali. Il sovrappeso, rendendo meno attraenti, può tenere gli altri a debita distanza.

Rispetto all’anoressia e alla bulimia, il numero di pazienti maschi è proporzionalmente molto maggiore.

Più il paziente prende peso, più si sottopone a diete restrittive e questo, puntualmente, prepara la successiva abbuffata che sarà seguita da senso di impotenza, colpa, vergogna e fallimento.

L’alternanza tra diete e abbuffate può andare avanti all’infinito se non vengono affrontate e risolte le ragioni emozionali che sono alla base del disturbo.

Nella società d’oggi, l’Alimentazione Compulsiva non è ancora presa abbastanza sul serio. Invece che essere trattati adeguatamente, generalmente i pazienti sono inviati dal dietologo o presso centri benessere. Esattamente come nel caso dell’anoressia e della bulimia, le persone affette da Alimentazione Compulsiva soffrono di un problema serio e reale che, se non adeguatamente compreso e trattato, può portare alla morte.

SEGNI E SINTOMI

Perdita di controllo
Paura di non essere in grado di smettere volontariamente di mangiare
Depressione
Pensieri di auto-deprecazione conseguenti alle abbuffate
Allontanamento da ogni attività fisica per l’imbarazzo legato al peso
Seguire molte diete
Persistenza di sovrappeso nonostante la scarsa introduzione di alimenti in pubblico
Convinzione che sia necessario essere magri per essere una bella persona
Senso della stima di sé legato al peso corporeo
Attribuzione di responsabilità al peso per gli insuccessi sociali e professionali
Rimuginazione e tormento relativi alle abitudini alimentari
Il peso corporeo è il fulcro della vita


COMPLICANZE FISICHE E MEDICHE

Eccesso ponderale
Ipertensione
Affaticamento
Respiro corto
Problemi di motilità
Sovraccarico cardiaco
Diabete
Patologie osteoarticolari da sovraccarico ponderale
Ernia iatale
Ipercolesterolemia
Insufficienza venosa agli arti inferiori e varici
Insufficienza venosa profonda e embolia
Arresto cardiaco e morte

Frappè e frullati come sostituti del pasto



Frullati, frappè, centrifugati sono bevande che vengono preparate in estate, molti le usano addirittura come sostitutivi di un pasto, come colazione o pranzo principalmente; l’aspetto più positivo che questi hanno è che non esiste una ricetta standard, ma possono essere realizzati in mille e più modi.
Nei frullati viene “buttato” dentro di tutto: frutta, alcuni tipi di verdura, latte in tantissime varietà , acqua per chi li vuole  più leggeri, zucchero o miele, yogurt o cioccolato rigorosamente fontente. Poi basta azionare il frullatore e in meno di 5 minuti il pasto è servito.
Saporito, dolce, colorato (mai trascurare l’importanza dei colori anche sugli occhi – leggi “Quanto influenzano i colori a tavola?“) e ricco di tante sostanze, soprattutto vitamine, utili al nostro organismo.

Come liquidi per preparare un buon frappè ci sono varie scelte, le più comuni sono:
- latte intero, parzialmente scremato o scremato;
- latte di soia, di mandorla, di cocco o di riso;
- per i più dietetici va bene anche l’acqua;
- anche il caffè in alcuni casi può andare bene.

Come dolcificanti non ci sono molte scelte perché la frutta contiene già  zuccheri di suo, ma in genere le scelte più comuni ricadono su:
- zucchero, di qualunque tipo;
- dolcificante;
- miele;
- volendo si può azzardare anche con della marmellata;

La frutta o verdura, qui non c’è limite, a seconda dei gusti si possono realizzare quasi infinite combinazioni diverse; alcuni consigli possono essere:
- kiwi e banane;
- ai frutti rossi, quali fragole, lamponi, more, mirtilli;
- kiwi e avocado;
- di sola verdura con avocado e basilico;
- mandorle e cocco;
- al cioccolato (semplicemente con del latte, magari di cocco e cacao amaro);
- limone e zenzero;
La lista può essere davvero infinita, usate in ogni frullato i cibi che più vi piacciono, le combinazioni più strane ecc: in ogni caso, successo praticamente sempre assicurato!

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Mangiare in piedi fa male alla dieta



Mangiare seduti a tavola è ormai un’abitudine lontana. Soprattutto in pausa pranzo si è intensificata l’abitudine a consumare pasti veloci.
Questo è un vero pericolo per la salute, perché mangiare in piedi e di corsa fa male alla dieta. In un sondaggio pubblicato sul Journal of the American Dietetic Association, condotto tra 1.700 studenti dei college americani, è emerso che il 35 % degli uomini e il 42% delle donne hanno dichiarato di non avere abbastanza tempo per sedersi a tavola per consumare il pranzo.
Questo li porta a consumare i c.d. cibi-spazzatura. Contrariamente, uomini e  donne che consumano i pasti seduti dichiarano di seguire diete più bilanciate e sane, con una maggiore assunzione di frutta e verdura.
Mangiare in piedi comporta una maggiore assunzione di grassi saturi e zuccheri.

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Piccolo erbario per combattere il sovrappeso



Diverse piante si sono conquistate una certa notorietà nell'ambito delle diete dimagranti. Se la letteratura scientifica tace spesso sui loro eventuali benefici, ne è comunque assai diffuso l'utilizzo tradizionale. Tè, guaranà, matè, carrubo… Breve giro d'orizzonte per "colorare" di verde la bilancia.

Inutile farsi illusioni: la pastiglia miracolosa contro i chili in troppo non esiste! Preso atto di questo dato, alcune piante possono comunque fungere perfettamente da integratore nell'ambito di un regime ipocalorico associato a un minimo di attività fisica. Ma attenzione a non abusarne e a chiedere sempre il parere del medico curante in caso di problemi di salute o di possibili effetti collaterali.

Brucia i "bruciagrassi"
Alcune piante sono considerate "bruciagrassi", perché dovrebbero favorire la lipolisi, ovvero la diminuzione delle riserve di grasso nelle cellule adipose.

Il guaranà: una sferzata contro i chili di troppo
È impossibile trovare una sola pastiglia dimagrante che non contenga guaranà! Questa pianta è un piccolo arbusto originario del Sud America. Il suo segreto? La caffeina. Si tratta semplicemente della pianta che ne contiene una quantità maggiore rispetto alla pianta di caffè. Quindi, l'assunzione di questa sostanza in dosi elevate avrebbe un effetto bruciagrassi. E, soprattutto, permetterebbe di resistere quando si segue una dieta dimagrante con apporti calorici ridotti. Alcuni studi avrebbero persino dimostrato un'efficacia1, almeno nel breve periodo, relativamente alla perdita di peso.

Il matè, pianta dalle innumerevoli virtù
Anch'essa originaria del Sud America (decisamente…) dove la si beve in infusione, il matè permetterebbe di facilitare l'eliminazione dei grassi. Il suo segreto? La mateina, altrimenti nota come… caffeina. La sua modalità di azione sarebbe quindi identica a quella del guaranà. D'altronde uno studio2 avrebbe dimostrato che l'associazione delle due piante agirebbe in modo efficace contro il sovrappeso, sempre nel contesto di un regime ipocalorico associato a un'attività fisica.

L'ortosifon: fondamentale?
Questa pianta, originaria dell'Asia è il vegetale diuretico per eccellenza. Infatti, stimola il funzionamento dei reni. Inoltre, le sue foglie sono ricche di antiossidanti. Questo significa che i benefici sulla salute di queste sostanze sono confermati. Anche se non perderai peso potrai comunque proteggere il tuo corpo!

La pilosella, una pianta "pelosa"
La pilosella è nota dal XIX secolo per le sue proprietà medicinali. È un diuretico potente, peraltro utilizzato nei problemi di edemi o di gambe pesanti. Dal punto di vista aneddotico, il nome di pilosella deriva dai tanti "peli" che la ricoprono.

Gli ammazza fame
I cosiddetti "ammazzafame" sono piante che hanno il compito di riempire lo stomaco senza apportare calorie. Pochi dubbi sulla loro efficacia: la maggior parte delle piante note per il loro effetto ammazza fame contengono fibre particolari, le mucillagini, che si gonfiano a contatto con l'acqua, calmando in questo modo anche i peggiori attacchi di fame.

Il fucus, ovvero la ricchezza del mare
Il fucus è una pianta un po' particolare in quanto si tratta di un'alga ricchissima di fibre, soprattutto mucillagini, all'origine della sua azione ammazzafame. Contiene inoltre diverse vitamine e minerali che possono essere utili in caso di diete dimagranti.

Il carrubo: prendilo a modello
È sicuramente l'ammazzafame di origine vegetale più conosciuto. Addirittura i suoi semi vengono utilizzati come additivi in alcuni prodotti alimentari. Inoltre, è nota la sua azione ammazzafame, anche in questo caso per la presenza di fibre contenute nel rivestimento che avvolge i semi, fibre che gonfiano a contatto con l'acqua. Da notare che la carruba (frutto del carrubo) apporta anche del calcio, minerale apparentemente implicato nella perdita di peso.

Viva il konjac!
Il konjac è una pianta coltivata in Cina e in Giappone. Dalle sue radici si estrae il glucomannano, una fibra vegetale dalle proprietà sorprendenti: questa sostanza, infatti, è in grado di assorbire l'acqua oltre 100 volte il suo volume! Insomma, quanto basta per riempire anche gli stomaci più affamati. Svolge anche un'azione sul transito intestinale per combattere la stitichezza.

Louis Asana

La Ricotta è un ottimo alimento per la tua Dieta!



La ricotta è un tipo di formaggio conosciutissimo e apprezzato da molti, ma non tutti sanno che è un tipo di alimento che si può inserire tranquillamente in una dieta ipocalorica. Questo formaggio è prodotto con latte cagliato e il  siero che se ne forma. La ricotta può essere prodotta sia con latte scremato che con latte intero. A differenza di tutti gli altri formaggi la ricotta non contiene molti grassi ma bensì molte proteine, quindi si adatta perfettamente alla tua dieta. Mentre gli altri formaggi sono altamente sconsigliati in dieta la ricotta invece ti viene consigliata, anche per il suo alto contenuto di calcio (presente anche nel cavolfiore e nel latte).
Esiste la falsa convinzione che un formaggio magro, consentito durante la dieta sia la mozzarella, è sbagliato, la mozzarella è il formaggio più grasso in commercio. Molte persone in base a questo luogo comune si mettono a dieta e mangiano ogni giorno mozzarella con la convinzione di mangiare leggero e assumere pochi grassi: poi vedono fallire la loro dieta e non ne capiscono il motivo. Le proteine ​​sono importanti quando si è a dieta perché ti aiutano a sentirti sazio per un periodo di tempo più lungo.
Le proteine ti  ​​aiutano anche a sostenere e sviluppare la massa muscolare, che è la tua fonte di energia. La ricotta è uno dei pochi alimenti che contiene proteine come la carne, che però contiene anche molti grassi. Inoltre è un formaggio eclettico, lo puoi utilizzare in cucina in molti modi. Ad esempio con una patata al forno, cotta senza grassi: metti una bella patata di media grandezza nel forno dopo averla lavata ma senza togliergli la buccia, lasciala cuocere bene, poi una volta cotta sbucciala e tagliala a fette, metti sopra la patata qualche cucchiaio di ricotta e spezie, ecco pronto un pranzo dietetico ma sfizioso.
La ricotta puoi aggiungerla al riso bollito condito con delle zucchine saltate in padella con un filo di olio, pepe e sale in giusta misura e il tuo primo piatto gustoso è pronto. Se la tua dieta procede bene puoi permetterti una piccola lasagna dove però il sugo di carne è sostituito dalla ricotta lavorata con spezie e gamberetti. Inoltre per non seguire una dieta noiosa con la ricotta puoi prepararti piccoli dolci ipocalorici: mescola 100 gr di ricotta con fragole e miele, oppure con lamponi o piccoli pezzi di banana e avrai un dessert favoloso senza rischiare di mangiare grassi. Ricordati se ti metti a dieta di questo ottimo formaggio che può alleggerirti il sacrificio di rinunciare ai cibi grassi.

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La dipendenza da zuccheri e carboidrati



Quello di seguito è un articolo apparso oggi sul corriere della sera e riporta uno studio svolto in New Zeland. Anche se non è una notizia nuova, non è la scoperta dell’acqua calda, dato che anche in un articolo da me scritto su l’alimentazione e Mc Donald’s e l’assuefazione degli zuccheri e del grasso LONDRA - I dolci possono dare una vera dipendenza fisica.
Questo sostiene una ricerca neozelandese, secondo la quale i dolci agirebbero in modo non molto diverso, per esempio, dalle sigarette. Per Simon Thornley, ricercatore del servizio di salute pubblica regionale di Aukland, «I carboidrati fortemente trasformati, come taluni fiocchi d’avena, i dolci e le brioches aumentano rapidamente la quantità di zucchero nel sangue, e ciò stimola le stesse aree del cervello che sono coinvolte dalla dipendenza da nicotina e da altre droghe».
Molti di coloro che hanno problemi di obesità, secondo i ricercatori, non sarebbero quindi solo «avidi» di dolci, ma, letteralmente, dipendenti. «I tossicodipendenti – spiega Thornley – non riescono a fermarsi perché, anche se sono consci delle conseguenze negative del loro comportamento, hanno un bisogno fisico delle sostanze da cui dipendono. Esattamente come fanno molti fra coloro che mangiano troppi dolci». Lo scienziato si spinge a proporre iniziative di salute pubblica analoghe a quelle messe in campo contro il tabagismo, a partire da scritte sulle confezioni di dolciumi che avvertano sui potenziali rischi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Medical Hypotheses, ha trovato anche altri elementi che rendono affini la dipendenza da dolci a quella dalle droghe: le persone con un alto Indice di Massa Corporea (BMI) hanno un minor numero di recettori nella parte del cervello che genera sensazioni piacevoli. Una caratteristica identica nelle persone dipendenti da cocaina e alcool.

CONTROPROVE
In uno studio,  su «umani» sono state offerte a un gruppo di donne in sovrappeso due bevande che sembravano identiche, con il medesimo sapore, ma solo una conteneva carboidrati e zuccheri, mentre l’altra aveva alcune proteine.
Chiedendo alle donne come si sentissero, il gruppo che ha avuto la bevanda zuccherata si è dichiarato notevolmente più allegro di quello che aveva quella «proteica». «Il modo in cui queste donne si sono comportate in risposta ai carboidrati è simile a modelli che vediamo nel tossicodipendenti», spiega il capo dei ricercatori Bonnie Spring, professore di medicina preventiva all’Università di Chicago. Ma l’aspetto più affascinante e inesplorato della ricerca riguarda il collegamento tra gli effetti dell’aumento dello zucchero nel sangue e gli effetti del fumo.

Le conclusioni dei ricercatori neozelandesi sarebbero corroborate dai studi condotti all’Università di Princeton (Usa), dove sono stati «creati» veri e propri topi «zucchero-dipendenti», che soffrono fisicamente se si sottrae loro il dolce, e si riprendono rapidamente quando hanno di nuovo a disposizione lo zucchero.
Pompare rapidamente lo zucchero nel sangue provoca cambiamenti in vari ormoni e sostanze chimiche, tra cui l’insulina e un aminoacido del cervello.
Questo crea più benessere di quello creato nel cervello dalla serotonina. Che è la sostanza sollecitata dalla nicotina. Ecco perchè, secondo gli scienziati, mangiare dolci può dare un temporaneo sollievo se ci si sente irritabili e nervosi, proprio come fumare una sigaretta.
Aggiungerei che la dipendenza che lo zucchero dà è data anche dall’innalzamento anomalo dell’insulina  e del conseguente abbasamento dovuto alla glicemia leggi articolo sulla glicemia e sui Carboidrati vi consiglio poi di vedere il film Super Size me film esperimento su i Panini di Mc Donald’s


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Dieting, il desiderio di magrezza che diventa ossessione!



Perdere le fastidiose rotondità mettendosi a dieta è un obiettivo comune, specialmente al popolo femminile. L’importante è non esagerare. Dal pensiero della dieta all’ossessione per la magrezza il passo è breve. Doctissimo analizza il fenomeno dieting, il nuovo volto della dipendenza moderna.

Il dieting
Con il termine inglese “dieting” si definisce la tendenza a stare sempre a dieta. All’origine della dipendenza da dieta il desiderio di magrezza che porta a vivere un rapporto malato e conflittuale col cibo e con il proprio corpo. Il soggetto, pur di ottenere risultati immediati, si sottopone a inutili, stressanti periodi di privazioni alimentari di cui il corpo non trae beneficio, anzi spesso si trova a fronteggiare stati di emergenza. Una volta raggiunto il peso sperato, però, il soggetto non riesce a smettere la dieta per la paura di ingrassare di nuovo; il desiderio di magrezza persiste e la determinazione ostinata sconfina nell’ossessione.

I dati dell’ANDID
L’ANDID, Associazione Nazionale Dietisti, ha osservato il fenomeno “dieting” e dagli studi condotti da esperti è emerso un dato preoccupante: oltre il 70% delle adolescenti si dice perennemente a dieta e non riesce a smettere(1). Si tratta in genere di giovani che iniziano una dieta con lo scopo di perdere i chili che determinano un leggero sovrappeso, ma in seguito si accaniscono e per vedere risultati in tempi rapidi si sottopongono a diete scorrette, non equilibrate. Il problema iniziale finisce per degenerare, non solo si rischia l’obesità, ma anche di andare incontro a disturbi alimentari ben più pericolosi. Si fa di tutto per eliminare i meccanismi che regolano l’appetito, la sazietà; i cibi si dividono in due categorie: permessi e proibiti, si teme che basti poco per ingrassare. Si restringe la lista degli alimenti concessi, non capendo più cosa faccia ingrassare, cosa dimagrire.

Ansia, irritabilità, depressione
L’obesità è un problema di salute pubblica. Le immagini che condannano il grasso e i corpi grassi alimentano la fissazione dei soggetti a dieta che farebbero di tutto pur di avere un corpo magro, snello. All’inizio, malgrado le rinunce, ci si esalta a vedere i primi risultati e si spera che continuando la dieta con la stessa determinazione si potrà ottenere l’effetto desiderato. Ma presto l’euforia lascia spazio all’irritabilità e a stati ansiosi.

Ansia: Stare attenti a ciò che si mangia, privarsi di uscire fuori a cena per la paura di non poter mangiare ciò che il resto della compagnia ordina senza problemi; sono tante le preoccupazioni di chi sviluppa la dipendenza da dieting.
Irritabilità: Nel dieting l’irritabilità deriva dal senso di frustrazione del soggetto che non vive serenamente. Il soggetto si mostra aggressivo o scontroso per autodifesa, sostenendo che la sua alimentazione, al contrario di quella degli altri, sia corretta.
Depressione: Nel rapporto col cibo la depressione è causata da una latente paura della bilancia, dallo stato di conflitto col proprio corpo e dal desiderio represso di poter mangiare cibi che il soggetto definisce proibiti.
Il senso di colpa
Ansiosi, sensibili allo stress, e depressi, se la restrizione alimentare è eccessiva, si perde la concentrazione con gravi ripercussioni non solo sullo stato di salute ma anche sui rapporti interpersonali, minando alla vita professionale. La paura di ingrassare getta nello sconforto, così se in seguito a una situazione di stress, si cede a qualche tentazione, come ad esempio concedersi un “cibo proibito”, subito dopo si vivrà con il senso di colpa. Per sentirsi meglio, il soggetto si ributterà sul cibo, divorandolo con avidità, per poi ricominciare a odiarlo, a odiare se stesso per lo sbaglio commesso. Vergogna, perdita dell’autostima e sentimento di colpevolezza per aver fallito.

Vincere la dipendenza
Vincere la dipendenza dalla dieta è possibile. Non bisogna fissarsi su un risultato veloce, ma puntare su una perdita di peso graduale, costante e distribuita nel tempo. Lo ricorda anche il presidente Andid, Giovanna Cecchetto, che sottolinea l’importanza di affidarsi a un professionista esperto che tenga in considerazione i gusti, le preferenze alimentari e il soggetto. C’è chi si rende conto da solo di essere vittima di una nevrosi e fa un lavoro su se stesso per uscirne; chi non ci riesce e la nevrosi si trasforma in una vera malattia, chi ha il sostegno e si rivolge a uno specialista che inizia un lavoro sulla psiche, analizzando cosa sta alla base della paura di ingrassare. Uscire da questo circolo vizioso è difficile, ma non impossibile, oltre al palato, bisognerà rieducare la mente. Inutile dunque sottoporsi a restrizioni alimentari continue e nocive, in fondo, come ha dichiarato Giovanna Cecchetto in un’intervista per un quotidiano: “Troppa dieta non serve a dimagrire”

Fonti:

1 ANDID: ALLARME “DIETING”: LA DIETA COME UNA DROGA. INCAPACI DI SMETTERE A CAUSA DEL FAI-DA-TE

Il disturbo da alimentazione incontrollata



Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder o BED) è caratterizzato dal consumo di grandi quantità di cibo, in un tempo molto breve, fino alla sensazione di spiacevole pienezza.

 Sul piano clinico, questa definizione  descrive un comportamento alimentare di tipo bulimico che si manifesta con episodi di assunzioni ricorrenti e protratte di cibo (abbuffate), associate alla sensazione di perdere il controllo dell'atto del mangiare, ma non seguite da manovre di eliminazione (induzione del vomito, assunzione di diuretici o lassativi) o da altri comportamenti compensatori (attività fisica sostenuta).
 Questo disturbo può portare all’assunzione di quantità di cibo davvero elevate, al conseguente aumento ponderale e allo sviluppo di obesità.

CRITERI CLASSIFICATIVI
Per poter rientrare nella definizione di Disturbo da Alimentazione Incontrollata, devono essere presenti comportamenti ben precisi:

1. Episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata

Un episodio di alimentazione incontrollata è caratterizzato dalla presenza di entrambi i seguenti elementi:

assunzione in un periodo definito di tempo (di solito in circa 2 ore), di un quantitativo di cibo significativamente più abbondante di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in un simile periodo di tempo ed in simili circostanze;
sensazione di perdita del controllo sull'assunzione del cibo durante l'episodio, per esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non riuscire a controllare la quantità ed il tipo di cibo che si sta introducendo.

2. Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati ad almeno 3 dei seguenti sintomi:
mangiare molto più rapidamente del normale;
mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati;
mangiare da soli, a causa dell'imbarazzo per quanto si sta introducendo;
sentirsi disgustati di se stessi, depressi, o molto in colpa per le abbuffate.

3. È presente marcato disagio per la propria alimentazione incontrollata.

4. La condotta alimentare incontrollata si manifesta, in media, almeno per 2 giorni alla settimana in un periodo di 6 mesi.

5. L'alimentazione incontrollata non risulta associata all'uso regolare di condotte compensatorie inappropriate (uso di  purganti, digiuno, eccessivo esercizio fisico) e non si manifesta esclusivamente in corso di anoressia nervosa o di bulimia nervosa.

INCIDENZA
Il disturbo colpisce maggiormente il sesso femminile, con un rapporto di 3 a 2. L’insorgenza del comportamento incontrollato avviene con maggior frequenza nella tarda adolescenza e dopo la terza decade; dopo i trent’anni mantiene un andamento costante fino ai 55 anni e poi si assiste una flessione netta nella senescenza.
La stima dei dati di incidenza percentuale non è nota, perché comprende il gruppo dei pazienti affetti da obesità; del 20-30% dei soggetti che si rivolgono agli specialisti per problemi di sovrappeso, si calcola tuttavia che il 3% soffra di BED.

COMPORTAMENTI TIPICI
Solitamente questi pazienti seguono un regime dietetico regolare “ai pasti” o un’alimentazione ipocalorica, ma è negli intervalli tra i pasti che si manifesta l’assunzione reiterata di cibo.
Tipicamente, le abbuffate “ incontrollabili” si ripetono quotidianamente, si protraggono per un paio d’ore e più e, solitamente, solo il senso di pienezza frena l’ulteriore assunzione di cibo.
In molti casi, il comportamento alimentare si esprime in un "piluccare" continuo, soprattutto durante le ore in cui si soggiorna  in casa o in ambienti di lavoro dove è presente cibo e, nelle forme più tipiche, solo nelle ore diurne
Questo determina un apporto calorico continuativo e non controllabile che comporta aumento ponderale a volte consistente (dai 20 ai 30 kg. in sei mesi), ripercussioni sul piano metabolico, alterazioni gastroenteriche e i vari  problemi  connessi alla patologia dell’obesità.
Sul piano psicologico, è quasi sempre presente una insoddisfazione di fondo di natura depressiva, con tendenza a rimuginare  su un senso di avvilimento che solo il cibo sembra poter placare.
Molte pazienti si rivolgono al medico autenticamente preoccupate per l’aumento ponderale e, solitamente, motivate a recuperare lo stato di salute. Sono persone molto sofferenti, si sentono goffe e brutte e sono piene di vergogna. Il disturbo  depressivo e il sovrappeso determinano un abbattimento del tono dell’umore con ideazione pessimistica e un senso di  scarsa considerazione di sé e spingono queste persone verso un isolamento sempre maggiore.

SEGNI E SINTOMI:
Eccesso ponderale
Sensazione di incapacità ad esercitare il controllo sul cibo
Bassa autostima
Depressione
Ansia
Fluttuazioni nel peso corporeo
Perdita del desiderio sessuale
Nascondere il cibo
Senso di colpa e vergogna
Disgusto verso se stessi
Seguire molte diete diverse
Convinzione che la vita sarebbe migliore perdendo peso
Mangiare di nascosto
Evitare le situazioni sociali in cui è presente del cibo
Pensieri di suicidio


COMPLICANZE FISICHE E MEDICHE:
Obesità
Irregolarità mestruali
Diabete
Ipertensione arteriosa
Ipercolesterolemia
Malattie scheletriche
Scarsa mobilità
Respiro corto
Malattie cardiache
Problemi renali ed epatici
Arresto cardiaco e morte

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DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (BINGE EATING DISORDER)

Criteri diagnostici:

A) Ricorrenti episodi caratterizzati da perdita di controllo alimentare. Un episodio è caratterizzato da entrambi i seguenti elementi:

1- Mangiare in un limitato periodo di tempo (ad esempio due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

2- Sensazione di perdere il controllo sull'assunzione di cibo durante l'episodio (ad esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).

B) Gli episodi sono associati con tre (o più) dei seguenti elementi:

- Mangiare molto più rapidamente del normale;

- Mangiare fino a che non ci si sente spiacevolmente pieni;

- Mangiare una quantità di cibo notevolmente maggiore rispetto alla sensazione fisica di fame;

- Mangiare da solo poiché ci si sente imbarazzati per come si sta mangiando;

- Sentirsi disgustati di se stessi, depressi o in colpa dopo aver mangiato.

C) E' presente marcato disagio riguardo al comportamento alimentare.

D) Le abbuffate si verificano mediamente almeno due giorni a settimana nel corso di 6 mesi.

E) Il disturbo da alimentazione incontrollata non è associato con l'uso regolare di comportamenti compensatori inappropriati (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri e il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo) e non si manifesta esclusivamente in corso di AN o di BN.

FONTE WEB

2 video di Elly!! ...9 Regole per predisporsi mentalmente alla dieta


Nuovissimo ed utilissimo video della mia amica Eleonora!!!
dateci un'occhiata e vedrete che fare la dieta è più semplice di quel che credevate!! ;)

https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=7IdsP64xusQ

giovedì 9 maggio 2013

10 trucchi per dimagrire senza riprendere peso!



Fare la dieta non è la cosa più difficile! Ciò che davvero conta è non riprendere dopo tutti i chili persi. Come acquisire buone abitudini sin dall'inizio? Vi proponiamo alcuni consigli indispensabili per ritrovare la linea e mantenerla a lungo.

1 – Prefissatevi un obiettivo ragionevole
Non cercate di perdere troppo peso all'improvviso, perché rischiate di prendervi una bella bastonata non appena interrompete la dieta. Non più di 3 o 4 chili per volta, poi manteneteli. È il modo migliore per non ricominciare a prendere peso. Se mirate a perdere più di 5 chili, rivolgetevi a un professionista in modo che possa seguirvi nella dieta.

2 – Date tempo al tempo
Per le stesse ragioni di cui sopra, non bisogna neppure sciogliersi troppo velocemente come neve al sole. Infatti, tanto più la perdita di peso è repentina, tanto più velocemente ritornano i chili smaltiti! Prefissatevi quindi l'obiettivo di perdere al massimo un chilo a settimana!

3 – Non morite di fame
Inutile smettere di mangiare da sera a mattina o di saltare i pasti. Si tratta, infatti, di una restrizione alimentare troppo violenta, spesso all'origine del fallimento di una dieta. Anzitutto, rischiate di crollare molto rapidamente, E soprattutto, se affamate il vostro organismo, la prima cosa che farà non appena riprenderete a mangiare sarà proprio quella di immagazzinare ancora di più per poter affrontare la prossima carestia!

3 – Scegliete dei buoni alleati
Una spintarella può aiutarvi ad accompagnare dolcemente una dieta. Prevedete quindi l'inserimento di complementi alimentari drenanti per consentirvi di eliminare soprattutto le tossine. Gli integratori vitaminici, invece, aiutano a evitare carenze nutrizionali.

4 – Fate del movimento!
Un po' di esercizio fisico è indispensabile per dimagrire senza ingrassare di nuovo. D'altronde, diversi studi hanno dimostrato che le persone che fanno movimento, oltre che seguire una dieta, riprendono statisticamente meno del peso che avevano prima di iniziare il regime dimagrante. L'ideale è mantenere le vostre buone abitudini sportive dopo la fine della dieta!

5 – Mangiate frutta e verdura
Imparate a sentirvi sazi introducendo alimenti a bassa densità calorica, ovvero alimenti che riempiono lo stomaco senza apportare un eccesso di energia. I più interessanti sono frutta e verdura. In più, fanno bene alla salute!


6 – Variate l'alimentazione
Non eliminate gli zuccheri o i grassi o qualsiasi altro gruppo di alimenti dai vostri pasti. È assolutamente inutile demonizzare un prodotto, perché se lo fate rischiate di riprendere a colpo sicuro i chili persi non appena tornate a un'alimentazione normale. Il periodo in cui seguite la dieta deve soprattutto aiutarvi a riequilibrare gli apporti, una sorta di modello che continuerete a seguire a grandi linee al termine della dieta.

7 - L'unione fa la forza
Difficile fare una dieta confinati da soli in un angolino. Soprattutto se tutti in famiglia si rimpinzano di prodotti grassi e zuccherati! Senza pretendere di mettere a dieta tutta la famiglia, cercate di adottare tra le mura domestiche un'alimentazione equilibrata e varia.

8 – Concedetevi qualche piccolo piacere
Una dieta in cui ci si priva di tutto è il metodo migliore per crollare e cadere in una crisi di bulimia che potrebbe rovinare gli sforzi che avete fatto fino ad ora. Allora, non vi resta che concedervi ogni tanto un piccolo piacere, in modo mirato e in quantità molto ragionevole. Ad esempio, qualche quadrato di cioccolato, un buon dessert…

9 – Imparate di nuovo a mangiare
Dieta non è solo sinonimo di scelta degli alimenti. È anche il modo di mangiare che va rimesso in discussione. Quindi, mangiate lentamente, concedetevi il tempo di assaporare ogni boccone, fate una pausa tra una portata e l'altra. Insomma, date tempo al vostro organismo di comunicarvi quando è sazio. Vi accorgerete che è un metodo ideale per ridurre l'assorbimento di calorie senza neppure rendervene conto e di mantenere buone abitudini alimentari al termine della dieta per non riprendere peso.

10 – Gestite gli errori
Imparate a gestire i vostri errori, addirittura ad anticiparli. Avete consumato un pasto abbondante a mezzogiorno? Allora compenserete la sera mangiando cibi più leggeri. Infatti, l'equilibrio alimentare si completa nell'arco di una giornata o addirittura di una settimana. Una giornata gastronomica può essere compensata da una giornata "light". Questo vi insegnerà a gestire il dopo dieta, in particolare i pasti che consumerete durante le festività dell'anno...

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Svezia choc: modelle reclutate tra anoressiche in cura



È successo in Svezia. Talent scout nel campo nella moda si sono appostati davanti ad una clinica specializzata in disturbi alimentari per offrire lavoro alle ragazze in cura.

Stoccolma è sotto choc per l'abuso vergognoso ai danni di ragazzine anoressiche in cura. Alcuni talent scout si sono appostati nelle vicinanze di una delle più note cliniche svedesi specializzate in disturbi alimentari per offrire un lavoro da modella alle ragazze anoressiche.

La vergognosa vicenda è stata raccontata dal quotidiano The Local, dove si riporta l'abuso senza scrupoli perpetrato ai danni di ragazze minate non solo nel fisico ma anche e soprattutto a livelli psicologico, da uomini incuranti dei danni che avrebbero potuto causare. Il Centro per Disordini Alimentari di Stoccolma era in breve diventato un centro di reclutamente dove trovare scheletri viventi da far sfilare sulle passerelle. Dopo lo scalpore mediatico, pare che questi individui si siano allontanati, ma non si esclude che possano tornare.

“È ripugnante - ha affermato Anna-Maria af Sanderberg, responsabile dell'equipe che segue le pazienti del centro - pensare che gente che staziona fuori dal parco della clinica per avvicinare le nostre pazienti". Emblematico il caso di una paziente di 14 anni, così denutrita da doversi muovere su una sedia a rotelle, che è stata avvicinata da uno di questi uomini che le hanno lasciato un biglietto da visita. La madre, avvertita dalla ragazza, ha contattato questi uomini e ha ricevuto una risposta incredibile. "L’ho chiamato e gli ho spiegato che mia figlia è malata - ha ricordato la donna - e mi sono sentita dire che loro avvicinano persone normalmente magre, in salute e non obbligano nessuna a perdere peso".

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Dimagrire in coppia è più facile



Cercare di dimagrire in due è… due volte più facile! In fatto di diete, così come in molti ambiti della nostra vita, ciò che conta è la motivazione. Allora, in che modo favorire l'emulazione reciproca? Quali sono i trucchi per evitare di cedere alle tentazioni? Vi proponiamo alcuni consigli da leggere con il vostro partner!
Perdere peso in due! Un po' di collaborazione domestica Un chilo contro un pegno Muovetevi in due!

Nella vita di coppia si condivide tutto… compreso i chili di troppo!
Di solito con il vostro coniuge condividete le stesse abitudini: i pasti, le attività sportive, le uscite al ristorante… E, se il vostro stile di vita è leggermente squilibrato (alimentazione un po' troppo ricca e una vita troppo sedentaria), è normale che prendiate tutti e due un po' di peso. Se avete preso chili insieme, è normale perderli in coppia! Infatti, la cosa più semplice da fare è riequilibrare le abitudini alimentari e lo stile di vita della coppia, piuttosto che sia solo uno dei partner a cercare di nuotare controcorrente… Difficile seguire una dieta in coppia? Niente affatto! Il principale fattore di riuscita consiste proprio nell'emulazione reciproca!

Un po' di collaborazione domestica
Un primo punto: imparate a individuare le vostre somiglianze… e le differenze fatto di cucina. Ovviamente, conoscete a grandi linee i piatti che piacciono al vostro coniuge, i sughetti di cui va ghiotto e i dolci che sgranocchia lontano dai pasti. Confidatevi le piccole debolezze reciproche: biscotti al cioccolato, mandorle, e chi più ne ha più ne metta. Non temete quindi di risistemare la dispensa di casa per far sparire queste piccole tentazioni, che il vostro consorte provvederà a mettere sotto chiave… Poi, andate insieme a fare la spesa. Passate in rassegna tutti gli scaffali, chiedendo all'altro di approvare le vostre scelte… Il carrello della spesa dovrà contenere esattamente ciò che avete deciso insieme di acquistare. E, soprattutto, scegliete insieme mele e altra frutta, alleati indispensabili della vostra dieta e le prime armi per combattere i fuori pasto.

Un chilo contro un pegno
In coppia potete beneficiare di uno stimolo positivo… o negativo! Lo stimolo negativo può consistere nel pagare un pegno! Ad esempio, il primo che non resiste fa un regalo all'altro, il cui valore deve essere proporzionale al livello di gravità dello sgarro: infatti, potete stabilire il prezzo del regalo in base al numero di calorie ingerite. Un bignè al cioccolato, ad esempio, corrisponde a 250 Kilocalorie, quindi a un regalo del valore di 250 mila lire (è meglio parlare ancora di lire, ma potete scegliere anche gli euro, a seconda del budget a disposizione!). Per conoscere le regole di questo giochetto, utilizzate la nostra Guida delle calorie).

Al contrario, lo stimolo positivo consiste, ad esempio, nel trascorrere un romantico fine settimana a due, che vi offrirete quando avrete entrambi smaltito i tre chili in eccesso… Certamente, non se ne parla proprio di un fine settimana gastronomico in Toscana: perché allora non inaugurare i vostri nuovi costumi da bagno in spiaggia?

Muovetevi in due!
Ma acquisire buone abitudini alimentari non è la sola cosa che potete fare in coppia… Potete anche optare per un incremento dell'attività sportiva. Cercate di programmare una romantica passeggiatina al giorno (almeno di una mezz'ora). Anche una breve lezione di nuoto o del pattinaggio a rotelle possono rappresentare uscite piacevoli. Spetta a voi decidere insieme le attività che piacciono a entrambi e praticarle. E nel week-end, perché non decidere di fare un'uscita in bicicletta o un'escursione per i boschi? Allora che aspettate? Correte, muovetevi e non passate tutta la domenica sotto le coperte, anche se alcuni frutti proibiti non fanno mai ingrassare…

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La pizza a dieta? si può ma....



Quando si è a dieta, molti naturalmente rinunciano a tanti piaceri, anche alla pizza. Non molti sanno però che la delizia tipica della cucina italiana, può fornire, con qualche accorgimento, soltanto 270 kcal.
Tipica della dieta mediterranea, i suoi ingredienti base sono farina, pomodoro, olio e mozzarella. Se fino a ieri hai rinunciato alla pizza per paura delle calorie, forse non sapevi che una pizza apporta mediamente 270 kcal ogni 100g, 8 g di proteine, 8 g di grassi e 74 g di carboidrati.
Naturalmente le pizze non sono tutte uguali: la scelta delle materie prime, la preparazione dell’impasto, la guarnizione e la cottura sono fondamentali.

Esempio: Per una pizza light l’olio andrebbe aggiunto a crudo dopo la cottura in forno e andrebbe evitata l’aggiunta di sale. Per il condimento bisogna limitare i grassi e aggiungere più verdure! Puoi anche mangiare la pizza se segui una dieta, basta soltanto seguire alcuni accorgimenti per gustarsela in compagnia degli amici senza pesare 2 chili in più la mattina dopo:

* alle pizze al taglio o alle pizzette (soffici, super condite e con la base alta), scegli pizze sottili: risparmierai fino a 200 calorie;
* non eccedere con i formaggi. Sulla pizza chiedi poca mozzarella: risparmierai fino a 80 kcal;
* elimina con un tovagliolo di carta l’eventuale olio in eccesso: risparmierai fino a 50 kcal;
* per il condimento, evita salsiccia, prosciutto, wurstel e i cibi di origine animale in genere, ricchi di grassi saturi che apportano un notevole apporto calorico.
L’ideale è scegliere verdure grigliate, pomodoro fresco (ricco di potassio con un’azione diuretica e antiossidante), spezie (origano, basilico, peperoncino) o olive NERE che apportano ben 150 kcal in meno rispetto alle verdi.

Anche se margherita, una pizza che non tenga conto di questi accorgimenti, fornisce circa 600 kcal, alle quali si aggiungono quelle del condimento. Seguendo i nostri consigli, una pizza margherita sottile, con le verdure e senza l’aggiunta di olio sulla superficie apporta solo 270 Kcal.

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mercoledì 8 maggio 2013

Dimagrire saltando la corda



Saltare con la corda è  da ritenersi un semplice ma valido allenamento poichè fa dimagrire zone critiche come la pancia e le gambe.

Saltare la corda è uno dei modi migliori per dimagrire e mantenersi in forma, molto meglio di qualsiasi macchinario cardio-fitness, del tapis roulant, dello step, dell'ellittica o della bicicletta. Quasi nessuno lo fa perché costa troppa fatica, ma a pensarci bene sono necessari solo una corda (i prezzi di una corda variano dai 5 ai 20 euro) e un paio di scarpe da ginnastica. Inoltre, saltare con la corda è di aiuto anche per la resistenza cardiaca e  l'aumento della capacità polmonare, e permette di bruciare fino a 200 calorie in soli 15 minuti.

Saltare la corda
Quanto saltare con la corda per dimagrire?
Inizialmente sarà sicuramente impegnativo saltare la corda, anche solamente per un minuto, ma con un po' di allenamento e costanza si potrà al tempo stesso aumentare la resistenza fisica e quindi sostenere tempi più lunghi, bruciando così maggiori calorie. Oltre ad essere ottimo per il sistema cardio respiratorio, il salto alla corda rassoda la muscolatura di tutto il corpo (gambe, addominali, petto, spalle, schiena e braccia).

Consigli e come impostare l'allenamento
Per i principianti è consigliata una corda da salto in rilievo perché mantiene la sua forma ed è più facile da controllare rispetto alle corde di tessuto leggero o in vinile.
Accorciare la corda in modo che le maniglie arrivino alle ascelle tenendo la corda tesa con un piede.
Indossare scarpe da ginnastica adatte, preferibilmente da corsa.
Cercare un'area che sia tra i 120/180 cm. di diametro e 25 cm. di spazio libero sopra la testa.
La superficie su cui saltare è molto importante. Non sono adatti tappeti, giardini, calcestruzzo o asfalto. Potrebbero ridurre l'impatto corda suolo, far impigliare la corda nelle scarpe e causare una storta alla caviglia o al ginocchio. Meglio usare un pavimento in legno, in compensato o un tappeto di gomma, di quelli che si usano solitamente in palestra per gli esercizi di aerobica.
Come saltare la corda
Saltare richiede una grande coordinazione. Inizialmente sarà necessario esercitare piedi e braccia separatamente.

Tenere entrambe le maniglie in una mano e fare girare la corda in modo da sviluppare il senso del ritmo.
Successivamente, senza usare la corda, eseguire dei salti.
Infine, mettere le cose insieme (corda, ritmo e salto), cercando di saltare almeno per un minuto senza interruzioni.
Alternare il salto con esercizi di intensità inferiore, come la camminata,così da aumentare progressivamente i tempi di resistenza nel salto. Probabilmente non sarà possibile saltare per 10 minuti consecutivi, ma il salto alla corda potrà comunque essere sviluppato  ad intervalli di 50-200 salti ripetuti, combinati con un programma di aerobica e rafforzamento muscolare.

Prestare attenzione alla frequenza del battito cardiaco
Ecco alcune indicazioni per determinare la frequenza cardiaca massima durante il salto:
 220 meno l'età. Il livello massimo è l'85% del numero ottenuto. Il livello minimo invece è il 70%.
Per esempio: età 40 anni : 220-40=180 quindi il livello massimo è 153 e quello minimo 126.

Consultare il proprio medico se si dovessero avere dubbi sulle capacità di resistenza.

Modi per saltare la corda
A piedi uniti lento e veloce.
A passo alternato.
In avanzamento e in arretramento a piedi uniti.
A passo variato.
Aprendo e chiudendo le gambe.
Portando avanti e indietro le gambe in modo alternato.
Eseguendo degli affondi balzati.
Incrociando.
Saltando lateralmente.
Saltando su una gamba.
Incrociando su una gamba.
Doppio giro (per i più esperti).
Consigli per saltare correttamente
Premesso che serve solo un po' di coordinazione, ecco qualche consiglio per eseguire l'esercizio al meglio:

Non guardarsi i piedi, ma fissare un punto davanti sé stessi.
Cercare di tenere la schiena quanto più dritta possibile.
Non muovere troppo le braccia: cercare di mantenere i gomiti vicini al corpo.
Non irrigidire i muscoli: quanto più si è rilassati, tanto più si acquisisce in scioltezza.
Cercare di far ruotare la corda solo con il movimento dei polsi.
Saltare sulle punte dei piedi, utilizzando i muscoli dei polpacci.
Non effettuare salti troppo alti: più ci si mantiene bassi, maggiore sarà la frequenza dei salti.
Quando si acquisisce scioltezza, si può provare a saltare alternativamente su una gamba sola, in questo modo la muscolatura sarà ancor più potenziata.
Dimagrire saltando la corda
In conclusione possiamo dire che per dimagrire, a prescindere dal tipo di sport che si voglia affrontare, occorre prima di tutto molta fatica, una dieta equilibrata e grande costanza. Il salto alla corda, comunque, ha il vantaggio di essere poco dispendioso, si può fare tranquillamente da casa e non richiede nemmeno tempi lunghi per bruciare le calorie necessarie per perdere peso. Inizialmente potrà sembrare difficile mantenere certi ritmi, ma se accompagnato da una buona dose di musica per aiutare a tenere il ritmo, il tempo e la fatica potranno non pesare poi così tanto, e i risultati saranno ben presto visibili.

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I rischi di una dieta drastica



Alzi la mano chi non ha mai fatto una dieta, anche per poco tempo, o pensa di non dover buttar giù qualche chiletto. Se non si è soddisfatti del proprio peso l’unica cosa da fare è iniziare un regime alimentare. Il web e le riviste femminile pullulano di diete disparate, da quelle a base di sola frutta, quelle iperproteiche o che escludono totalmente i grassi fino ad arrivare al più drastico digiuno.

Diete che promettono di far perdere un paio di taglie in poche settimane ma che alla fine lasciano solo insoddisfatti e affamati! Cosa fare allora? E’ quasi scontato dire che l’unica cosa saggia da fare è rivolgersi ad uno specialista che in base alle nostre abitudini e alle nostre caratteristiche psicofisiche potrà suggerirci una dieta su misura e soprattutto equilibrata. Purtroppo sempre più persone si lasciano abbagliare dalla speranza di un risultato rapido e poco faticoso da raggiungere, ignorando i rischi che si corrono con un’alimentazione inadeguata.

La soluzione ideale è quella di unire ad un’alimentazione sana un pò di attività fisica. Mangiando poco e non praticando sport si dimagrisce ma si perde anche forza: la dieta consuma i muscoli, che non ricevono stimoli anabolici dall’allenamento, il metabolismo si abbassa ed è sempre più difficile mantenere il peso forma.

Tra le diete più in voga negli ultimi anni vi è quella iperproteica. Come suggerisce la parola stessa questi regimi alimentari prevedono un basso o addirittura nullo apporto di carboidrati. Esse fanno effettivamente perdere peso ma cioè che diminuisce non è la “massa grassa”, ovvero i depositi di “ciccia”, ma l’acqua e la massa muscolare. In questi casi infatti l’organismo non è in grado di utilizzare, e quindi non consuma, i grassi che ha depositato come riserva energetica nel tessuto adiposo, e tantomeno gli zuccheri (Glicogeno) di deposito.

Ciò che viene intaccato sono le proteine introdotte con gli alimenti e parte delle proteine che costituiscono il muscolo. Il risultato di questo intricato processo è il mantenimento dell’adipe, cioè del grasso sottocutaneo , e la perdita della massa muscolare.

Queste trasformazioni metaboliche producono inoltre molti “scarti” (Acido Urico ed altri Acidi fissi), che vengono eliminati insieme a calcio ed elevate quantità di acqua attraverso le urine, rendendo così più alto il rischio di osteoporosi. Per non parlare dei danni renali! L’organismo, costretto a eliminare questo materiale in eccesso mette in attivo una parte di rene che solitamente viene “risvegliata” solo in situazioni critiche causando nel tempo danni ai reni irreversibili. Inoltre queste diete prevedono proteine solitamente di origine animale e quindi particolarmente ricche di grassi saturi e colesterolo che possono causare problemi all’apparato cardiocircolatorio e aumentare il rischio di alcuni tumori.

Al tempo stesso anche l’eliminazione totale dei grassi non è per nulla salutare. I grassi vanno distinti tra buoni e cattivi e sono essenziali in una dieta equilibrata.

La carenza di acidi grassi omega 3, per esempio, può comportare problemi infiammatori e disturbi della pressione sanguigna. Una dieta povera di grassi può risultare anche carente in vitamine liposolubili come la A e la E, importantissimi antiossidanti. La scelta migliore è favorire gli acidi grassi contenuti nel pesce e nella frutta secca e limitando l’apporto dei grassi saturi. Iniziare una dieta senza grassi equivale ad incappare in un senso di stanchezza cronica.

I più coraggiosi che, per motivi religiosi o ideologici, optano per il più drastico digiuno incorrono in rischi ben più seri, come l’infertilità e la depressione. Il digiuno fa cadere i livelli di leptina, la molecola che influenza la risposta ipotalamica verso l’accumulo o il consumo. In pratica l’organismo capisce che poiché l’apporto energetico è ridotto, deve bruciare meno. Questo, oltre ad avere come estrema conseguenza la soppressione della fertilità, può causare anche ridotta funzionalità tiroidea. I cambiamenti causati da questa fame severa inducono ad un incremento nella secrezione di cortisolo, fatto correlato a inibizione del sistema immunitario e, qualora venga prolungato, può portare alla depressione.

I rischi più evidenti di una dieta improvvisata sono anemia da carenza di ferro (se non si mangia carne), alterazioni della funzione tiroidea (se non si mangia pesce ricco di Iodio) con possibilità paradossa di aumento ponderale da ipotiroidismo, alterazioni del ciclo mestruale, alterazioni della funzionalità renale. Dal punto di vista estetico la carenza di proteine determina un rilassamento sia del turgore del seno, costituito in buona parte di grasso, che dei tessuti di sostegno; i capelli perdono vitalità, la pelle non più sostenuta dalla sua componente proteica si “smaglia” e compaiono rughe e smagliature.

Per perdere peso bisogna cambiare non solo le proprie abitudini alimentari ma il proprio stile di vita. Rivolgetevi sempre ad uno specialista, l’unico che può assicurarvi un risultato duraturo e soprattutto sano.

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Accelerare il metabolismo



Pensi di avere il metabolismo basso? Non riesci a dimagrire e cerchi un modo semplice e veloce per aumentarlo? Tutto ciò di cui hai bisogno è una pausa di cinque minuti per leggere con attenzione questo articolo.

Il metabolismo è l'insieme dei processi biochimici ed energetici che si svolgono all'interno del nostro organismo; tali reazioni hanno lo scopo di estrarre ed elaborare l'energia racchiusa negli alimenti, per poi destinarla al soddisfacimento delle richieste energetiche e strutturali delle cellule. Un fine meccanismo di regolazione provvede ad equilibrare tutte queste reazioni metaboliche, in base all'effettiva disponibilità di nutrienti e alle richieste cellulari.

L'esistenza degli organismi viventi dipende quindi dall'introduzione di una quantità di energia e di materia sufficiente per soddisfare le esigenze metaboliche, comunemente indicate come bisogni nutritivi. A loro volta, tali richieste sono in stretta relazione con il dispendio energetico quotidiano: tante più calorie vengono bruciate e tante più calorie devono essere introdotte. Arriviamo a questo punto a dare una definizione semplicistica ed alternativa del metabolismo:
il metabolismo è la velocità con cui il nostro corpo brucia le calorie per soddisfare i suoi bisogni vitali

da tale definizione ricaviamo che:

per accelerare il nostro metabolismo dobbiamo semplicemente aumentare i bisogni vitali del nostro corpo, incrementando il dispendio energetico
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Accelerare il metabolismo

Il dispendio energetico quotidiano è influenzato principalmente da tre fattori: il metabolismo basale, la termogenesi indotta dalla dieta e l'attività fisica. Proprio su queste tre componenti devono concentrarsi gli sforzi mirati all'aumento del metabolismo.

Il metabolismo basale è il minimo dispendio energetico necessario a mantenere le funzioni vitali e lo stato di veglia. Come riportato in figura, in un individuo sano e sedentario il metabolismo basale rappresenta circa il 60-75% del dispendio energetico totale.

L'incremento della massa magra e dell'esercizio fisico rappresenta un forte stimolo per le attività metaboliche. Più muscoli abbiamo e più calorie consumiamo nel corso della giornata, indipendentemente dall'età, dalla funzionalità tiroidea e dal livello di attività fisica. Il muscolo, infatti, è un tessuto vivo, in continuo rinnovamento e con richieste metaboliche nettamente superiori rispetto al tessuto adiposo (quasi dieci volte). Se vuoi calcolare il tuo metabolismo basale o approfondire l'argomento puoi fare riferimento a questo articolo: Il metabolismo basale

Un miglior tono muscolare aiuta a bruciare maggiori calorie anche durante l'attività fisica. Mentre facciamo sport il nostro metabolismo aumenta notevolmente e permane elevato anche per diverse ore dal termine dell'allenamento (fino a 12 ore dopo un'attività particolarmente intensa). Per accelerare al massimo il metabolismo si consiglia di eseguire un'attività mista, caratterizzata cioè da un lavoro ad alta intensità (esercizi di tonificazione con i pesi, con le macchine o a corpo libero) seguito da un'attività aerobica come la corsa, il ciclismo o il nuoto di durata.

Gli esercizi di muscolazione aumentano indirettamente il metabolismo grazie all'aumentata secrezione di ormoni anabolici e al conseguente accumulo di massa muscolare

Le attività di resistenza accelerano notevolmente il metabolismo durante l'esercizio, mantenendolo elevato anche per 4-8 ore; hanno invece un effetto modesto sul metabolismo basale poiché tendono a lasciare invariate le masse muscolari.

L'associazione di queste tecniche di allenamento permette di aumentare notevolmente il metabolismo, costruendo muscoli ricchi di capillari e mitocondri.

Per accelerare il tuo metabolismo ricorda di:

Fare almeno due o tre allenamenti alla settimana di durata non inferiore ai 40 minuti.

Alternare attività aerobiche con esercizi di tonificazione, seduta dopo seduta o all'interno della stessa sessione di allenamento (in questo caso meglio iniziare con esercizi di potenziamento e terminare la seduta con lavoro aerobico non eccessivo) Vedi: Come integrare l'allenamento con i pesi e attività aerobica.

"Darci dentro" con i pesi e in generale con tutti gli esercizi di tonificazione. L'allenamento ad alta intensità è infatti un potentissimo stimolo per la secrezione di ormoni anabolici; difficilmente trasformerà il lettore in un/a culturista, ma contribuirà comunque ad accelerare notevolmente il suo metabolismo.

Cambiare frequentemente il programma di allenamento, in modo da favorire gli adattamenti metabolici necessari per affrontare il nuovo stress.

Quando fai attività aerobica cerca di mantenere un ritmo costante, senza fermarti o concederti pause troppo lunghe. Esercitati ad una frequenza cardiaca intorno al 70-75% della FCmax per almeno trenta minuti. Evita invece sessioni troppo lunghe, specie se non possiedi una condizione fisica adeguata.

Se hai poco tempo da dedicare allo sport, adotta delle soluzioni intelligenti: parcheggia qualche centinaio di metri più lontano, fai le scale a piedi anziché prendere l'ascensore, usa la scopa anziché l'aspirapolvere. Sono trucchetti semplici, ma anche loro aiutano ad accelerare il metabolismo.
Durante la giornata cerca di contrarre attivamente la muscolatura: appiattisci la pancia, stringi i pugni, muovi le gambe, contrai i quadricipiti. Queste contrazioni spontanee, a cui spesso non facciamo molto caso contribuiscono in maniera significativa ad accelerare il metabolismo, tanto che sono tipiche dei soggetti magri ed ipereattivi, mentre si osservono assai più di rado negli obesi.


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Il tè oolong è il tuo alleato per perdere peso!


Il tè è un toccasana per la salute e ti fa bruciare più calorie

È ricco di calcio (che fa uscire l’adipe dalle cellule rendendolo più facilmente eliminabile), potassio (drenante), magnesio (anti fame nervosa), sodio, fosforo, zinco e vitamine: un cocktail di principi attivi che fa dimagrire, ritarda il processo di invecchiamento, rafforza il sistema immunitario e in più combatte i radicali liberi. Inoltre, riduce l’assorbimento dei grassi e fa bruciare più calorie, migliora il funzionamento del cuore e la circolazione sanguigna. Il suo contenuto di teina stimola le attività cerebrali, e quello di tannino (che il tè sprigiona con un’infusione di 5 minuti) ha un salutare effetto calmante per stomaco e intestino irritati. E poi, la presenza di vitamina C contribuisce a rafforzare la microcircolazione contrastando ritenzione idrica e cellulite, mentre la presenza di clorofilla depura, ringiovanisce e contrasta il rallentamento metabolico. E in più, il tè regala benessere e serenità. E tutto questo, a zero calorie! Impariamo insieme a usare questa gradevole bevanda nel modo migliore.


Rimodellati con la bevanda anti grassi

Il tè oolong può essere considerato un alimento funzionale grazie alle sue proprietà antiossidanti, antisovrappeso e ipocolesterolemiche. È un tè semifermentato, ricavato come gli altri tè neri e i verdi dalla Camellia sinensis, con caratteristiche intermedie tra il verde (preparato con foglie fresche) e il nero (essiccato e lasciato fermentare più a lungo) e un sapore pieno che ricorda i fiori di primavera, ideale da bere anche freddo e non zuccherato. Oltre all’elevato potere antiossidante, dovuto soprattutto ai polifenoli quercitina e catechina, il tè oolong ha dimostrato di essere efficace nella riduzione del peso corporeo. Tale proprietà è data dal discreto contenuto in teina e catechine (presenti in grandi quantità anche nel tè verde), che sembrano avere un’azione sinergica nell’aumentare il metabolismo corporeo e la velocità di ossidazione dei grassi. In particolare, un consumo costante di 4-5 tazze di tè oolong non zuccherato al giorno per almeno un mese consente di diminuire il girovita di 4-6 centimetri e di eliminare o ridurre la “pancetta”. Naturalmente, per ottenere buoni risultati non basta bere l’oolong, occorre anche adottare una dieta sana ed equilibrata.

L’assunzione regolare di questa bevanda contribuisce inoltre a ridurre l’assorbimento intestinale di colesterolo.

Con il succo di lamponi contrasta l’aumento di peso da sindrome premestruale

Spremi 100 g di lamponi e miscela il succo a una tazza di tè oolong freddo. Bevi 4-5 tazze (da 150 ml l’una) al dì non appena iniziano i sintomi della sindrome premestruale. È utile soprattutto per combattere l’incremento di peso tipico del periodo che precede la comparsa delle mestruazioni.

Come preparare un buon tè freddo oolong

Per usufruire di tutte le benefiche proprietà del tè oolong, è bene preferire il tè sfuso o le bustine alle bevande già pronte o istantanee. L’infusione prolungata (almeno 5-7 minuti) di una bustina per tazza permette di aumentare la quantità di teina e polifenoli della bevanda. Negli studi effettuati per indagarne le proprietà salutistiche, il tè oolong veniva assunto in quantità piuttosto elevate: da 700 ml a 1 litro e mezzo al giorno (3-7 bustine da 2 grammi/die) per diverse settimane. Ovviamente non ci si può aspettare che qualche tazza di tè oolong ponga rimedio agli eccessi alimentari accompagnati dalla vita sedentaria: per ottenere buoni risultati occorre adottare una dieta varia ed equilibrata e fare attività fisica regolare.

Dimagrire con la pizzica



La pizzica è una danza popolare salentina diventata molto in voga negli ultimi anni. Da Sud a Nord i corsi di moltiplicano e i benefici per chi la pratica sono tanti, non ultimo la possibilità di dimagrire divertendosi.

La pizzica per dimagrire
Scegli la tua danza preferita e comincia a ballare. Ne trarrai diversi benefici, tra cui la possibilità di dimagrire divertendoti. Tutti i tipi di danza aiutano a mantenersi in forma, anche quando praticati a livello amatoriale.

La pizzica salentina è un antico ballo popolare conosciuto ormai ben oltre i confini della Puglia, si balla in molte palestre e scuole di danza e i risultati che si possono ottenere sono tanti. Per dimagrire con la pizzica bisogna praticare quest’attività assiduamente e cioè almeno due o tre volte a settimana, magari associandola a un altro tipo di danza o di fitness; solitamente, nelle palestre che fanno corsi di pizzica ci sono anche corsi di danza di ventre, balli tribali, balli caraibici o zumba fitness.

Con la pizzica si suda tanto, inoltre si lavora molto soprattutto su gambe e glutei, ecco perché si dimagrisce, oltre a tonificare la parte basse del corpo. Infine, con la pizzica si migliorano coordinazione e resistenza.

Pizzica: altri benefici
Abbiamo visto che si può dimagrire con la pizzica, ma i vantaggi per chi pratica regolarmente questa danza non si limitano alla forma fisica.

La pizzica nasce come rito liberatorio e ne conserva tuttora le caratteristiche. La pizzica libera il corpo e la mente e con esso le emozioni. Si balla con il corpo ma anche con le emozioni. Aiuta quindi a migliorare l’umore e a vincere lo stress.
La pizzica aiuta lo sviluppo della creatività artistica. Nei corsi non si imparano solo le tecniche, che pure esistono, si impara soprattutto ad improvvisare, seguendo la musica e il proprio corpo, creando il proprio personale movimento.
La pizzica aiuta la socializzazione. Come tutti i corsi di danza quelli di pizzica si svolgono in gruppi più o meno ristretti, per lo più composti da donne e spesso di crea un forte senso di coesione che fa bene alla vita sociale.
In sintesi, quindi, la pizzica, come tutti i tipi di danza, è un ottimo esercizio per il corpo e per la mente e influisce positivamente sul benessere psicofisico.

Il potere benefico della pizzica

Questo ballo è ormai conosciuto ben oltre i confini del Salento. Ci sono tante scuole in tutta Italia in cui ci si può allenare al ritmo della pizzica; sì: allenare, perché la pizzica, oltre a essere una danza piena di fascino, aiuta a mantenersi in forma nel corpo e nello spirito.

Con la pizzica:
-si migliorano coordinazione e resistenza,
-si dimagrisce,
-si rassodano gambe e glutei,
-si combatte lo stress.

Certo, come tutti i tipi di danza, ha le sue regole e ha anche diverse varianti. Nei corsi si insegnano quindi le tecniche, ma si impara anche ad improvvisare, seguendo se stessi e lasciandosi travolgere totalmente dalla musica. Ecco perché la pizzica fa bene anche allo spirito, perché è una danza emotiva e liberatoria; è divertente; migliora l’umore; rilassa.

FONTE WEB

Dimagrire con l'hula hop



Ecco 10 minuti di esercizi con l'hula-hoop per bruciare calorie in modalità aerobica. Questo gioco di "altri tempi" sta diventando un vero oggetto dei desideri delle fitness addict. Attenzione dicono gli esperti: meglio acquistare un hula hoop professionale; vediamo il perchè e come si scolpisce il fisico roteando il bacino.
Come ormai noto ai quasi addetti ai lavori, per bruciare calorie è necessario:
1.innanzitutto aver assunto carboidrati a basso indice glicemico (il vero carburante per ogni forma di attività fisica aerobica);
2.iniziare con una fase cardio e di preparazione all'attività fisica da svolgere;
3.superare le fasi iniziali del reclutamento energetico, la famosa fase anaerobica ed entrare dopo 15 minuti in quella aerobica vera e propria;
4.darci dentro!

Correre, camminare, praticare acquagym e fare danza, sono tutte attività che potenziano l'apparato cardiocircolatorio, il quale, attuando le necessarie modifiche metaboliche (aumento della gittata sistolica e della vasodilatazione dei capillari deputati alla irrorazione delle cellule muscolari) porta più ossigeno e nutrimento ai muscoli deputati alla contrazione.
E' fondamentale per questi generi di attività fisica introdurre nell'organismo carboidrati a basso contenuto glicemico. Questo evita che si formino nell'organismo dei corpi chetonici, i quali, hanno la facoltà di acidificare il sangue provocando scompensi biochimici che possono divenire di grave entità.
Infatti, se l'organismo non riesce a bruciare i carboidrati introdotti attraverso la propria dieta, questi, utilizzerà le proteine come substrati energetici.
Il muscolo, a tal riguardo, non potendo utilizzare le proteine per espletare la sua funzione, si deperisce ed entra in sofferenza. Questo avviene di solito nei soggetti che seguono una dieta esclusivamente proteica o a seguito di digiuno più o meno prolungato.
Esercizi per bruciare le calorie
E' anche dimostrato che quando ci si fa un certo tipo di sport e/o attività fisica, non solo si bruciano calorie ma si producono endorfine che permettono all'organismo di combattere il cattivo umore.
Esercizi con hula hoop per bruciare calorie
Durante uno studio condotto da un'università americana sull'uso dell'hula hoop da parte di un gruppo di persone di varie età, si è visto che tutti i partecipanti, semplicemente facendo hula hoop, portavano i loro battiti cardiaci a 150 al minuto.
Ciò significava bruciare in media 7 calorie ad ogni giro e, quindi, 210 calorie in mezz'ora di esercizi.
Hula hoop: istruzioni per l'uso
L'hula hoop è nato come giocattolo per bambini. Se ne deduce che non ci si sarebbe attesi da questo gioco che diventasse un vero sport. In questo senso, gli esperti di fitness stanno dibattendo molto sulla necessità di tramutarlo in disciplina corretta.
Attualmente si può dire soltanto che per non correre rischi, è bene fare hula hoop in modo divertente per aggiungere una possibile attività fisica alla gamma delle attività utili a muovere il corpo e rilassare la mente.
Tuttavia, essendo una attività fisica asimmetrica, i consigli sono:

1 -"Girare il cerchio" sia in una direzione che nell'altra per diventare abili nell'input di rotazione oraria che in quella antioraria. In realtà questo è anche un ottimo esercizio di coordinazione e gestione del lato non dominante del corpo.
2 - Essere ben integrati nell'intera postura che in tale esercizio merita di essere, come sempre d'altronde, ancor più libera e svincolata da irrigidimenti e tensioni muscolari. Ciò potrebbe portare ad avere un controllo eccessivo delle articolazioni che ne causerebbe movimenti usuranti a causa dello sfregamento tra le parti articolari.
3 - Allenarsi progressivamente con poche ripetizioni, per non sovraccaricare la colonna vertebrale.
Quindi lasciatevi portare dal movimento senza paura e divertitevi, lasciando libere le articolazioni di muoversi secondo la loro anatomia di movimento.
Articolo scritto da Maria Antonietta R.

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La storia di Jen, dopo un’umiliazione perde 65 chili con l’hula hoop!


Da 130 a 65 chili con l’hula hoop! La 31enne Jen, che mangiava tantissimo e insieme al marito conduceva una vita molto sedentaria ed era molto pigra è riuscita a dimagrire così tanto praticando l’hula hopp. Ora Jen è un’insegnante di hula hoop e un esempio per tutte le donne che lottano senza successo per perdere peso.
A farle capire che doveva assolutamente mettersi a dieta e fare sport fu uno spiacevole incidente nel 2008 che le causò molto imbarazzo e le diede la spinta definitiva a cambiare stile di vita: la fecero scendere da una giostra perché la sua pancia impediva alla barra di sicurezza di chiudersi! “Quel giorno mi sono sentita molto umiliata e ho promesso che sarei tornata in quel parco giochi con mio figlio e sarei salita con lui sulla giostra”. La donna si è imposta di dimagrire e con il marito ha iniziato una dieta più sana. “Vogliamo che i nostri figli non diventino obesi e non soffrano come abbiamo sofferto noi”. Dimagrire con l’hula hoop non è stato semplicissimo. “Mi ci sono volute più di due settimane solo per essere in grado di tenere il cerchio intorno alla vita – ammette Jen – ma sin dal primo tentativo ho sentito una grande forza di volontà che mi avvolgeva e ho ritrovato energia e fiducia in me stessa”.

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Alimenti ricchi di fibre



La fibra alimentare presente negli alimenti si può suddividere in solubile e insolubile in acqua. Indipendentemente dalla sua classificazione, qualsiasi tipo di fibra risulta pressoché indigeribile per gli enzimi del nostro apparato digerente.
Quanta fibra?
Gli alimenti ricchi di fibra esercitano un effetto protettivo nei confronti di obesità , diabete e sindrome plurimetabolica. Il fabbisogno quotidiano di fibra è di 30 g per l'adulto e 0,5 g per kg di peso corporeo nel bambino, con un rapporto insolubili/solubili di 3:1.

Alimenti con un contenuto maggiore di fibra totale (per 100 g. di parte edibile)

Crusca di frumento 42,40
Fave, secche 21,10
Fagioli cannellini, secchi, crudi 17,60
Fagioli, secchi, crudi 17,50
Fagioli borlotti, secchi, crudi 17,30
Piselli, secchi 15,70
Pop corn 15,10
Farina, segale 14,30
Passiflora 13,90
Lenticchie, secche, crude 13,80
Ceci, secchi, crudi 13,60
Fagioli dall'occhio, secchi 12,70
Mandorle, solci, secche 12,70
Soia, secca 11,90
Farina, soia 11,20
Arachidi, tostate 10,90
Pistacchi 10,60
Frumento, duro 9,80
Frumento, tenero 9,70
Noci pecan 9,40
Orzo perlato 9,20
Datteri, secchi 8,70
Farina, frumento integrale 8,40
Tartufo, nero 8,40
Prugne, secche 8,40
Fiocchi d'avena 8,30
Lenticchie, secche, bollite 8,30
Nocciole, secche 8,10
Cioccolato, fondente 8,00
Carciofi, bolliti 7,90
Fagioli, secchi, bolliti 7,80
Fagioli cannellini, secchi, bolliti 7,80
Farina, avena 7,60
Lamponi 7,40
Fave, secche, sgusciate 7,00
Fagioli borlotti, secchi, bolliti 6,90
Lievito di birra, compresso 6,90
Farro 6,80
Pane, tipo integrale 6,50
Muesli 6,40
Piselli, freschi, saltati in padella 6,40
Piselli, freschi, crudi 6,30
Noci, secche 6,20
Biscotti, integrali 6,00
Grano saraceno 6,00
Fave, fresche, saltate in padella 5,90
Mele cotogne 5,90
Ceci, secchi, bolliti 5,80
Ceci, in scatola, scolati 5,70
Fagioli borlotti, in scatola, scolati 5,50
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Benefici del regolare consumo di alimenti ricchi di fibre

1. trascinamento durante il transito intestinale dei cibi, con riduzione di fermentazioni indesiderate.
2. rallentamento del tempo di transito gastrico, con riduzione della velocità di assorbimento degli zuccheri assunti insieme alla fibra (indice glicemico ridotto).
3. aumento della massa fecale, che facilita le funzioni di eliminazione (cellulosa).
4. aumento dell'indice di sazietà degli alimenti.
5. riduzione dei livelli di colesterolo (in particolare per la pectina e le fibre solubili).
6. riduzione delle sostanze cancerogene e mutagene (e dei metalli pesanti) all'interno del tratto intestinale.
7. arricchimento della flora intestinale con microrganismi utili.
8. irrobustimento della parete dell'intero tratto digerente, con prevenzione della diverticolosi (degenerazione della parete intestinale).
9. prevenzione del cancro del colon e dell'ulcera gastrica.
10. riduzione dell'assimilazione delle calorie ingerite (a parità di assunzione) a causa "dell'intrappolamento" delle calorie stesse nelle strutture fibrose.

FONTE WEB

martedì 7 maggio 2013

Dimagrire con lo Zumba Fitness




Ormai sta diventando un tormentone e tutte le palestre fanno a gara per lanciare nuovi corsi e promuoverlo: stiamo parlando della Zumba, una disciplina sportiva che miscela ginnastica aerobica con danze caraibiche, perfetta per tenersi in forma e dimagrire.


La Zumba, comunemente chiamata anche Zumba Fitness, si pratica, come è facile intuire, a ritmo di musica ed è anche una ottima attività ideale per scaricare lo stress e alleviare così le fatiche della giornata. Una lezione di Zumba può essere insomma un anti depressivo vero e proprio. Ci si muove con la salsa, il merengue o la rumba, abbinando allo stesso tempo movimenti aerobici ed esercizi di resistenza. Grazie al continuo movimento si va a tonificare il corpo e la musica rende il tutto divertente e affatto noioso.

La storia della nascita della Zumba è molto interessante: tutto iniziò quando un insegnante di fitness colombiano, una volta arrivato in palestra per fare lezione, si accorse che aveva dimenticato a casa le musiche con le quali solitamente accompagnava le sue lezioni. Decise allora di adattarsi con altre cassette che aveva in quel momento a disposizione, e gli capitò di prendere le musiche dei balli latino-americani. Trovatosi di fronte ad un nuovo ritmo cercò quindi di abbinare in modo costruttivo quelle musiche alla ginnastica. Da lì nacque lo Zumba Fitness.

Praticando la Zumba Fitness si possono raggiungere buoni risultati in poco tempo. Uno dei punti di forza di questa disciplina è sicuramente il fatto che per praticarla non bisogna avere competenze specifiche né di ballo né di aerobica. Inoltre la sua efficacia è riconosciuta in particolar modo nella tonificazione di glutei, addome, arti superiori e inferiori e per l’apparato circolatorio, polmoni e cuore, che vengono continuamente stimolati. Altra grande qualità della Zumba Fitness è l’atmosfera festosa che si crea durante la lezione grazie all’allegria dei ritmi: qualcuno la definisce “esercizio fisico mascherato” proprio perché sembra di non fare attività ma di ballare in compagnia. Invece praticando la Zumba Fitness ci si allena, si bruciano calorie e si tonifica il corpo. Insomma cosa state aspettando a provarla?

FONT WEB

Ritenzione idrica, cos'è e come sconfiggerla



La ritenzione idrica è un disturbo molto diffuso tra la popolazione, in particolar modo quella femminile, in Italia interessa circa il 30% delle donne.

La causa può essere dovuta ad alcune patologie, come la disfunzione cardiaca o renale, l’infiammazione, o una forma allergica, ma più spesso è causata da uno stile di vita sbagliato e da una alimentazione scorretta.

La “ritenzione idrica” è la tendenza dell’organismo a trattenere liquidi, questi si accumulano maggiormente nelle zone già predisposte all’accumulo di grassi come le cosce, i glutei e l’addome.

In medicina questo accumulo anomalo di liquidi viene definito “edema”, l’edema è una condizione di metabolismo alterato, dove a causa di un cattivo funzionamento del sistema venoso e linfatico, questi liquidi che ristagnano, ricchi di tossine, vanno ad alterare un metabolismo cellulare già sofferente per un ridotto apporto di ossigeno e nutrienti.

Ci sono diversi test per vedere se si ha una ritenzione idrica eccessiva, il più indicativo è l’esame del peso specifico delle urine; ma c’è un esame molto semplice e veloce che ci può dare una buona indicazione: Basta premere per alcuni secondi con il pollice sulla tibia, nella parte anteriore del polpaccio, se rilasciando rimane visibile l’impronta del dito, con tutta probabilità siamo in condizione di ritenzione idrica eccessiva.

Se come detto all’inizio, non siamo in presenza di patologie importanti, allora la cusa principale dei liquidi in eccesso è lo stile di vita.

Alcune abitudini poco salutari favoriscono la ritenzione dei liquidi, ad esempio il fumo, l’assunzione di grandi quantità di sale (la dose normale per l’organismo è di 5 grammi al giorno, che è più o meno la quantità contenuta in due etti di pane), il sovrappeso, l’abuso di alcool e farmaci, gli abiti troppo stretti e lo stare a lungo in piedi senza muoversi.

In questo ultimo caso può essere sufficiente camminare un po’ o alzarsi spesso sulle punte in modo da favorire la circolazione sanguigna.

È utile anche distendersi con i piedi in posizione elevata rispetto al corpo.

Il rimedio più efficace di tutti rimane comunque l’attività fisica, anche solo una tranquilla passeggiata di almeno un’ora al giorno riattiva in modo efficace la circolazione venosa e linfatica. Molto utile è il nuoto, grazie al fatto che il corpo rimane orizzontale e i liquidi non vengono spinti verso il basso. Sono invece controindicati la corsa, lo spinning e tutti quegli sport che prevedono frequenti impatti del piede sul terreno (es. tennis, pallavolo, basket).

È importante combattere la stipsi, un disturbo che ostacola il deflusso venoso a livello addominale, per questo è molto utile nutrirsi di fibre, contenute nella frutta e nella verdura.

È importante favorire frutta ad alto contenuto di acido ascorbico (vitamina C), perché questa vitamina ha un’azione protettrice dei vasi sanguigni e dei capillari.

A proposito, sapete qual’è il vegetale con il più altro contenuto di vitamina C?…

Sbagliato! …È il prezzemolo.

Anche alcune verdure sono ricche di vitamina C, ma vanno consumate crude, perché la vitamina viene eliminata dalla cottura, queste sono il cavolo, il cavolfiore, la lattuga, i broccoli e i peperoni.

Un giorno alla settimana, magari dopo le abbuffate del week end, dovremmo seguire una dieta detossificante a base di liquidi (tanta acqua, the e tisane) e vegetali. Almeno in quel giorno cerchiamo di eliminare la carne sostituendola con il pesce, aboliamo i grassi ad eccezione dell’olio di oliva crudo.

È estremamente importante bere molta acqua.

Contrariamente a quello che si può pensare la ritenzione idrica è un processo di difesa che l’organismo mette in atto quando si trova in scarsità di liquidi o in eccesso di sostanze dannose.

Se per esempio abbiamo in corpo una quantità eccessiva di sale, per evitare che questa alta concentrazione possa danneggiare i tessuti, il nostro organismo trattiene acqua per “diluire” il più possibile questa sostanza.

Un po’ come fanno le piante grasse, che in periodi di siccità trattengono acqua e sono quindi “gonfie” ed in periodi di abbondanza ne trattengono meno perché ne hanno meno bisogno.

Quindi bisogna sforzarsi di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, meglio due, ma deve essere acqua, the o tisane, perché le bibite ed i succhi industriali contengono una grande quantità di zuccheri ed altre sostanze chimiche che ne vanificherebbero l’effetto benefico.

A questo proposito leggi questo articolo sulla quantità di zuccheri nelle bibite.

Rimedi naturali:
Cumarina che riattiva il sitema linfatico, fucus che accellera il metabolismo, pilosella che stimola la diuresi, centella asiatica, mirtillo che ha un’azione anti infiammatoria, tisane, pungitopo, ippocastano, carciofo che stimola la funzionalità del fegato.

Gli alimenti sconsigliati:
Il sale ed il sodio in esso contenuto sono sostanze che favoriscono la cellulite e la ritenzione idrica. È importante assumere alimenti ricchi di liquidi che favoriscono la diuresi evitando quelli che fanno trattenere acqua.

Limitare l’apporto di sodio con gli alimenti non è difficile, basta adottare alcuni semplici accorgimenti:

Non salare le pietanze
Utilizzare poco sale durante la cottura (quando si prepara la pasta abituarsi, per esempio, ad aggiungere il sale a cottura ormai terminata; in questo modo si riduce considerevolmente la quantità di sale assorbito dalla pasta)
Limitare il consumo di cibi conservati sotto sale o trasformati (insaccati, formaggi, patatine ecc.)
-Limitare il consumo di cibi confezionati
-Si può aumentare la sapidità dei cibi con spezie, limone o aceto
-La frutta può sostituire gli snack salati come spuntino

FONTE WEB